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Le condizioni di salute dell’imprenditore romano Danilo Coppola, condannato nel 2022 a sette anni di carcere per bancarotta ed estradato in Italia lo scorso agosto, sono gravi. A farlo sapere, come riporta un articolo del Corriere della Sera, sono il figlio e gli avvocati. Da quando il 57enne protagonista della stagione dei “furbetti del quartierino“ è detenuto nel carcere di Viterbo, “ha perso 17 chili”, soffre di gravi disturbi dell’“adattamento” e “rischia la vita”.
Motivo per cui, resi noti i risultati della visita medica effettuata lo scorso 17 dicembre, il collegio peritale nominato dal Tribunale di sorveglianza aveva sostenuto la necessità di “un percorso sanitario integrato da attuarsi nella forma di ricovero, anche nelle forme di detenzione domiciliare, presso una struttura sanitaria adeguata”. La detenzione nel carcere di Viterbo dell’imprenditore, tuttavia, non è stata ritenuta “contraria al senso di umanità, essendo il condannato costantemente monitorato dal personale medico, infermieristico e penitenziario, per attuare la piena tutela della salute psico fisica”, si legge in un articolo de Il Giorno.
Per i giudici del Tribunale di sorveglianza di Roma, infatti, “non sussiste alcuna incompatibilità con il regime carcerario” sia sotto il profilo “dell’assenza di violazione della dignità umana del detenuto” e sia “per quanto riguarda la gestione delle sue problematiche psicofisiche”. Sono queste le motivazioni con le quali i magistrati hanno respinto la richiesta di differimento dell’esecuzione della pena o di detenzione domiciliare in una clinica. Se i legali dell’immobiliarista, gli avvocati Francesco Caroleo Grimaldi e Alessandro Gentiloni Silveri, hanno presentato un ricorso in Cassazione e in parallelo un’istanza urgente alla Sorveglianza dovuta “all’aggravamento delle condizioni di salute del detenuto”, il figlio ha lanciato un appello: “Non lasciate morire mio padre in carcere”.