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«Abbiamo vinto le elezioni. Le abbiamo vinte perché ci siamo ben preparati per questo e per assumere la responsabilità di governo. Agli elettori, grazie per la fiducia che avete riposto in me e in tutto il partito. Comprendo la responsabilità e le dimensioni delle sfide che abbiamo davanti». Così il leader della CDU-CSU Friedrich Merz rivolgendosi ai suoi sostenitori dopo i primi exit poll che indicano la formazione cristiano democratica assieme all’alleata Unione Cristiano Sociale bavarese prima con circa il 29% delle preferenze. «Voglio esprimere il mio rispetto per i nostri avversari politici: abbiamo condotto una dura campagna elettorale su politiche economiche, immigrazione, politica estera, sicurezza. Ma ora dobbiamo parlare l’un l’altro: vogliamo arrivare ad un governo capace di agire il più velocemente possibile con una maggioranza parlamentare perché il mondo là fuori non ci aspetta», ha aggiunto.
Friedrich Merz, 69enne socialmente conservatore ed economicamente liberale, è visto come un rappresentante delle tradizionali ali conservatrici dell’establishment della Cdu e predica un’inversione completa della politica migratoria attuata dall’ex cancelliera Angela Merkel tra il 2005 e il 2021. Da quando ha assunto la guida del partito nel gennaio 2022, Merz ha voluto porre fine agli anni di centrismo dell’ex cancelliera – sua eterna rivale all’interno della Cdu – che nel 2002 lo aveva rimosso dal ruolo di presidente del gruppo parlamentare. Parlamentare dal 1994, nel 2009 aveva deciso di abbandonare la politica. Dopo la parentesi di quasi un decennio di grande successo finanziario come consulente e uomo d’affari – in cui ha ricoperto tra gli altri il ruolo di presidente del consiglio di vigilanza di BlackRock Germany, nel dicembre 2018 ha annunciato la volontà di concorrere per leadership del partito. Sconfitto due volte, viene eletto presidente della Cdu nel gennaio del 2022 e la sua elezione è stata interpretata dall’opinione pubblica nazionale e internazionale come una profonda svolta a destra del partito rispetto alle posizioni dei precedenti leader.
Merz ha già infranto un tabù presente in Germania dal dopoguerra, ovvero il divieto implicito per i partiti tradizionali di qualsiasi cooperazione con l’estrema destra, facendo adottare a fine gennaio, con i voti dell’AfD, una risoluzione non vincolante sul diritto d’asilo. Nonostante questa mossa, il leader della Cdu insiste nell’escludere qualsiasi tipo di alleanza con il partito di Alice Weidel. Uno degli slogan della sua campagna elettorale è «Una Germania di cui possiamo essere di nuovo orgogliosi», in riferimento alle grave condizioni economiche che sta affrontando il Paese. Per Merz, la prima cura per risolvere i problemi economici è quella di «tenere sotto controllo la burocrazia». Dal punto di vista energetico sostiene che la decisione del precedente governo di chiudere le rimanenti centrali nucleari tedesche nel bel mezzo di una crisi energetica sia stato un errore che ha contribuito all’aumento dei costi. Un altro punto del suo programma è la riduzione del prezzo dell’energia di almeno cinque centesimi per kilowattora, tramite l’abbassamento della tassa sull’elettricità e delle tariffe di rete. Sul tema immigrazione il suo piano prevede controlli permanenti alle frontiere, i respingimenti dei richiedenti asilo e l’introduzione della detenzione amministrativa per gli stranieri autori di reati in attesa di espulsione.