-- Olvasási idő kb.: 1 perc és 27 másodperc
Proiettile Kalashnikov con tanto di annuncio mortuario all’ex delegato ai rifiuti del Municipio VI Marco Doria, ora membro della II Commissione speciale Ecomafie e beni confiscati. È quanto avvenuto questa mattina a Marco Doria, presidente e capo dipartimento del Campus Universitario “UnisRita” finito di nuovo sotto attacco. Questa volta le minacce giungono davanti casa, nella villa di famiglia di via Cassia, all’altezza del chilometro 12. Proprio qui, all’interno della cassetta della posta, intorno alle 9.30 del mattino è stato rinvenuto un plico nella busta delle lettere recuperato dalla scorta, prima che Doria uscisse per andare a dare l’ultimo saluto ad Amar Kudin, il giovane poliziotto del XIV Distretto Primavalle morto lunedì nello scontro tra due volanti in via Acquedotto del Peschiera, nel quartiere Torrevecchia.
A scoprire il proiettile, AK 47 Kalashnikov, gli agenti della sua scorta. Sul posto è così intervenuta una volante della polizia di stato, la scientifica, gli arteficieri e la Digos che indaga sull’accaduto. Sequestrato il materiale, affidato al commissariato di polizia di stato Flaminio Nuovo. Discendente della storica famiglia genovese Doria, Marco è stato incaricato dal Comune di Roma come presidente della Commissione per la valorizzazione del patrimonio pubblico, un ruolo che lo ha visto al centro di delicate operazioni legate alla gestione di immobili di pregio, spesso situati in zone centrali della città. Il suo incarico ha portato alla luce situazioni critiche, come occupazioni abusive, utilizzi illeciti di immobili pubblici, e casi di corruzione, attirando su di lui pressioni e minacce.
Intimidazioni e attacchi che Doria ha più volte denunciato. Ripetute minacce con lettere anonime e messaggi intimidatori che lo invitavano a “non andare oltre” nelle sue indagini. Nel 2021, l’auto di Marco Doria è stata incendiata dopo che ignoti hanno messo un “ordigno”. Un episodio che è stato interpretato come un chiaro avvertimento. Questo evento ha avuto un forte impatto mediatico, portando l’attenzione sull’esposizione a cui sono sottoposti funzionari impegnati nel contrasto alla criminalità.In seguito alle minacce ricevute, le autorità hanno deciso di assegnargli una scorta, riconoscendo i rischi concreti per la sua incolumità. Doria ha lamentato un clima di ostilità non solo da parte di individui coinvolti in attività illecite, ma anche da settori istituzionali che, a suo avviso, non hanno mostrato sufficiente fermezza nel supportare il suo lavoro.
Questi episodi hanno acceso i riflettori su quanto sia rischioso contrastare gli interessi illeciti legati al patrimonio pubblico, specialmente in una città come Roma, dove questo tipo di attività spesso si intreccia con fenomeni di criminalità organizzata. Marco Doria continua a rappresentare un simbolo della lotta per la trasparenza e la legalità, sebbene il suo percorso sia stato spesso “ostacolato”. Ultimo, in ordine di tempo, uno sparo ricevuto il 9 ottobre scorso nella finestra del suo ufficio di Roma, in via Trevignano Romano. A luglio, invece, l’uccisione del suo rottweiler, morto avvelenato.