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«Noi votiamo 5 Sì!E poi andiamo al cinema a prezzo ridotto». Così promette il «Cinema Troisi» in una mail inviata ai suoi iscritti (ma non solo) in cui si precisa: «Tutti coloro che si presenteranno al botteghino l’8 e il 9 giugno con la tessera elettorale timbrata potranno comprare il biglietto per qualsiasi spettacolo a prezzo ridotto». Insomma un vero e proprio «scambio» che non solo rasenta i limiti del codice penale ma schiaffeggia quell’imparzialità e quella correttezza istituzionale che chi usufruisce di beni pubblici dovrebbe quanto meno mantenere. E già perché i benefici che il collettivo del Cinema America (che gestisce il Troisi) riceve da anni a scapito non solo del libero mercato ma anche dei contribuenti romani imporrebbe quanto meno non certamente la censura della sinistra attività politica (motivo dei privilegi ricevuti) ma della propaganda sì.
Insomma strafare no. Anche perché quel 50% in meno sul costo del biglietto a chi, da bravo soldatino, si presenta con la tessera timbrata chi lo dovrebbe pagare? Non solo. La mail con lo sconto è arrivata non solo agli iscritti ma anche a parlamentari, consiglieri e dipendenti comunali e regionali. Come e perché siano venuti in possesso degli indirizzi è una delle risposte che ci si attendono all’interrogazione al sindaco Roberto Gualtieri e all’assessore competente, presentata dal presidente della commissione Trasparenza di Roma Capitale, Federico Rocca (FdI) in cui si chiede, tra l’altro, la revoca della concessione al Cinema Troisi «alla luce dell’utilizzo della struttura per finalità politiche in evidente contrasto con le finalità culturali e sociali per le quali la concessione è stata rilasciata».