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È scontro aperto fra Israele e gli attivisti a bordo della nave Madleen della Freedom Flotilla, fra cui Greta Thunberg. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha fatto sapere di aver ordinato alle forze armate di impedire all’imbarcazione di rompere il blocco navale e arrivare nella Striscia di Gaza, dove intende consegnare alcuni aiuti umanitari. “Lo Stato di Israele non permetterà a nessuno di violare il blocco navale su Gaza, il cui scopo principale è impedire il trasferimento di armi ad Hamas, un’organizzazione terroristica omicida che tiene i nostri ostaggi e commette crimini di guerra”, ha affermato Katz invitando “l’antisemita Greta e i suoi amici” a “tornare indietro” perché non riusciranno a raggiungere la Striscia.
Parole dure che sono state rispedite al mittente. “Non torneremo indietro. La nostra azione è legale, è Israele che sta agendo illegalmente”, ha detto Rima Hassan, parlamentare europea franco-palestinese che si trova a bordo della nave. Gli attivisti chiedono “con urgenza” un corridoio marittimo per poter consegnare gli aiuti e nel frattempo denunciano “interferenze elettroniche” ai segnalatori di bordo. Fin dalla sua partenza, avvenuta dalla Sicilia, la Freedom Flotilla ha chiesto massima copertura mediatica della vicenda temendo ripercussioni dopo che un mese fa un’altra sua imbarcazione diretta verso la Striscia era stata colpita da un drone al largo di Malta.
Mentre secondo le autorità di Gaza nelle ultime 24 ore si registrano oltre 100 vittime nella Striscia a causa dei raid dell’Idf, le forze armate israeliane si sono dette “pressoché certe” che uno dei corpi estratti da un tunnel a Khan Younis nel fine settimana appartenga a Mohammed Sinwar, l’uomo che aveva preso le redini di Hamas dopo l’uccisione del fratello e storico leader militare Yahya. Sinwar, il cui cadavere era stato portato in Israele per l’identificazione, sarebbe stato ucciso in un attacco aereo israeliano effettuato il 13 maggio a Khan Younis.