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In Italia vige l’obbligo di leggere e celebrare Michela Murgia. E chi non lo fa deve ingerire un liquido sulle cui origini biologiche dobbiamo chiedere allo scrittore Maurizio De Giovanni, sceneggiatore drammaturgo e da ieri anche pasdaran della sinistra della censura. Capita perfino nel nostro Paese ormai in preda a un delirio post progressista che Italo Bocchino finisca in una polemica per avere detto da un palco quello che pensano tre quarti degli italiani e cioè che a lui, legittimamente, non interessa nulla della scrittrice sarda recentemente scomparsa. Una frase che si potrebbe ripetere per William Shakespeare e per Dante Alighieri, sulle cui capacità letterarie nessuno discute ma non necessariamente devono obbligarci a una lettura coranica o a un rispetto religioso, tra l’altro estraneo alla cultura stessa dell’autrice in questione.
Il fatto è che ormai criticare la sinistra è vietato mentre insultare la destra è obbligatorio. E infatti al di là della spazzatura social seguita alla frase di Bocchino ci siamo imbattuti in un inedito De Giovanni che da letterato ha preferito rilevarci la sua natura di indignato speciale suggerendo al giornalista vicino al governo Meloni di ingerire alcune sostanze per tappargli la bocca. Qualcosa di simile a quell’olio di ricino che oggi in effetti è il passatempo preferito della sinistra, che sta svelando ogni giorno di più la sua natura fascista.