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Dolore e commozione a Gondomar, in Portogallo, per l’ultimo saluto all’attaccante del Liverpool e della nazionale lusitana, Diogo Jota, e a suo fratello André Silva, morti giovedì in un incidente stradale in Spagna. Tanti i calciatori presenti, dai compagni di squadra vecchi e nuovi come il capitano Virgil van Dijk, Andy Robertson, Alexis Mac Allister, Darwin Núñez, Ibrahima Konaté e Caoimhin Kelleher all’allenatore dei Reds, Arne Slot, oltre ai connazionali Rúben Dias, Bernardo Silva, Bruno Fernandes e João Félix e al ct del Portogallo, Roberto Martínez. Mancava invece il capitano della Nazionale, Cristiano Ronaldo, un’assenza che ha suscitato numerose polemiche in Portogallo, anche perché CR7 si trovava in vacanza a Maiorca ed è stato avvistato più volte in yacht dai media locali. C’erano invece il presidente e il premier portoghesi, Marcelo Rebelo de Sousa e Luís Montenegro, oltre all’agente Jorge Mendes, il presidente del Porto (ex squadra di Jota), André Villas-Boas.
“Il calcio è davvero in lutto”, ha dichiarato alle esequie il presidente della Federcalcio portoghese, Pedro Proença, “Diogo è stato un’icona del talento che esprime il calcio portoghese”. Lunghi applausi hanno accompagnato l’arrivo delle due bare nella chiesa Igreja Matriz de Goiânia. A dare l’addio al 28enne attaccante e al fratello 25enne una folla composta di tifosi e di semplici cittadini della zona che hanno portato fiori e hanno voluto esprimere la propria vicinanza ai familiari e ai colleghi di Diogo e André Silva.
Nell’omelia il vescovo di Porto, Manuel Linda, si è rivolto alla moglie di Jota, Rute Cardoso, e ai loro tre bambini piccoli assicurando che “la solidarietà nell’amore è sempre più forte della morte”. Da Cardiff, in Galles, era arrivato l’omaggio degli Oasis che durante il loro primo concerto di reunion hanno dedicato a Jota “Live Forever”. Il Liverpool ha annunciato il ritiro della maglia numero 20 di Jota e ha fatto sapere che verserà alla sua famiglia i soldi dei restanti due anni di contratto dell’attaccante.