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C’è stata una vera e propria invasione islamica a Milano dove un migliaio di musulmani sciiti si sono riuniti in occasione della celebrazione dell’Ashura, la festività islamica che commemora il martirio dell’Imam Hussein (nipote del profeta Maometto) nella battaglia di Kerbala. Ma a far ribrezzo è l’ennesimo episodio di discriminazione femminile a cui abbiamo dovuto assistere nel silenzio e nell’assenza di condanna da parte della sinistra: sia durante il momento di preghiera con l’imam, che durante la marcia da Stazione centrale fino a Piazza della Repubblica, le donne interamente velate erano tenute a distanza dagli uomini addirittura con un servizio d’ordine a loro dedicato. In questa manifestazione estremamente radicale, che non ha nulla a che vedere con i valori dell’occidente, c’è stata una delle massime espressioni del modo in cui l’islam consideri il sesso femminile. Inferiori, emarginate e sottomesse in nome di un uomo che ha invece la totale supremazia su ogni singolo aspetto della vita e della quotidianità. A commentare l’episodio è la vice della Lega Silvia Sardone che sottolinea come si tratti «di un chiaro segnale di un’islamizzazione sempre più marcata, con culture a noi estranee che si impongono, anche a causa della nostra incapacità di difendere identità e tradizioni. Dopo la preghiera all’interno di recinti che abbiamo visto nelle recenti festività musulmane, un ulteriore segnale di come, in molte comunità islamiche, vengano considerate le donne. Il futuro dell’Europa che immaginiamo non è certo fatto di moschee in continua espansione, luminarie per il Ramadan, scuole chiuse per festività islamiche o studenti che si recano a pregare in moschea. Il rischio è quello di un’Europa che, anno dopo anno, si sottomette all’islamismo».
Giulia Sorrentino