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Il Movimento Cinque Stelle ha ancora una battaglia interna da risolvere. E’ quella che il suo padre fondatore ha innescato da tempo con il leader dai lui voluto e poi rinnegato. Ed è una battaglia che ha già avuto il suo vincitore, il segretario Giuseppe Conte, e il suo vinto Beppe Grillo, che per ben due volte – a cavallo tra novembre e dicembre del 2024 – è stato buttato fuori dagli iscritti che hanno votato per l’abolizione del garante del partito. L’ex comico però non ne vuole sapere di abbandonare la sua creatura, e secondo alcune fonti a lui vicine, avrebbe già messo nelle mani dei suoi legali una causa per riprendersi nome e simbolo. Conte, ospite di Un giorno da pecora su Rai Radio 1, ha vestito i vecchi panni da avvocato sentenziando: “Se fossi il suo legale, gli suggerirei di non farla”.
L’ex premier ha voluto spiegare anche la ragione: “A noi questa causa non costerà nulla, avremo una condanna a pagare le spese per chi promuove una causa contro di noi, è sempre successo. Ma c’è una particolarità: mentre in passato le spese non venivano recuperate, con il nuovo corso le spese vengono recuperate e nessuno ci fa più causa”. Il clima tra i due, però, si sarebbe raffreddato, anche se Conte ci tiene a ribadire la sua supremazia nel consenso del popolo pentastellato: “Nessuna lite. È una questione di avvocati. Il simbolo non è di Conte o di Grillo, è del Movimento 5 Stelle, di una comunità di eletti e attivisti che credono in questi valori”.
Il leader del Movimento, incalzato, si è lasciato andare a una battuta su una ipotetica futura presidenza del governo della segretaria dem Elly Schlein: “Perché no? È segretario di un partito importante, ha esperienza politica, perché non dovrebbe aspirare e non dovrebbe essere in grado?”. Ma alla domanda se sarà lei la candidata, mette un freno: “Mi sembra un po’ prematuro, un tantino. Noi ci preoccupiamo prima di costruire un progetto, in modo solido e serio, poi un attimo dopo ci porremo questo tema”.