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Tra i tasselli mancanti nella ricostruzione del delitto di Chiara Poggi, la 26enne uccisa a Garlasco nel 2007, c’è anche quello dell’arma del delitto. Non la trovarono nella primissima inchiesta, che ha portato alla condanna in via definitiva di Alberto Stasi a 16 anni di carcere, e non la trovano ora, nel nuovo filone di indagini che vede come unico indagato Andrea Sempio. Se ne è discusso a Ore 14, il programma di cronaca condotto da Milo Infante. Ospite in collegamento, la criminologa Roberta Bruzzone ha espresso il suo parere ed escluso subito che l’oggetto con cui Chiara è stata uccisa fosse la mazzetta da muratore.
“Il secondo martello che state mostrando potrebbe essere compatibile anche con la lesione che Chiara ha sulla parte della fronte, che è comunque una lesione sia penetrante che contundente”, ha spiegato Bruzzone, facendo perno sulla morfologia della lesività e ipotizzando l’uso di “un singolo oggetto”. Un martello che, secondo la criminologa, l’assassino “avrebbe utilizzato per i due versi, per la parte più tagliente e per la parte piatta”. Quanto all’attizzatoio da camino, di cui tanto si è discusso nelle scorse settimane, l’esperta è stata chiara: “Non mi pare compatibile con la lesività riscontrata”.