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«La base democratica di New York vuole più socialismo». Con queste parole il giornalista Federico Rampini ha commentato, sulla rubrica Oriente Occidente del Corriere, l’esito delle primarie democratiche tenutesi negli ultimi giorni a New York. Un risultato che ha lasciato tutti a bocca aperta: il vincitore è Zohran Mamdani, 33 anni, sconosciuto ai più e privo di esperienza politica, sconfiggendo il favorito Andrew Cuomo.
Mamdani si definisce apertamente «socialista» e milita nel Partito Socialista d’America, una formazione minoritaria che affianca il Partito Democratico in alcune battaglie. Rampini ne sottolinea le origini: «È figlio di una tipica élite newyorkese, suo padre è un professore universitario della Columbia University e sua madre è una celebrity mondiale, Miranair, una grande regista cinematografica indiana».
La sua candidatura è stata sostenuta da nomi di primo piano dell’ala radicale del partito: «Ha avuto come sponsor Bernie Sanders, senatore socialista del Vermont, e Alexandria Ocasio-Cortez, la leader più nota, soprattutto qui a New York, della fazione più radicale del Partito Democratico».
L’ex rapper ha costruito la sua campagna su un’agenda chiaramente orientata a sinistra, proponendo nuove politiche di ispirazione socialista in una città che, secondo Rampini, già oggi «ha la più alta pressione fiscale degli Stati Uniti, una fiscalità fortemente progressiva e redistributiva, un welfare generosissimo, molto più di quanto credano di solito gli europei, e servizi pubblici che divorano risorse ingenti, tipo la metropolitana».
Eppure, questo non è bastato a frenare la spinta verso ulteriori interventi pubblici: «Mamdani ha avuto successo proponendo di andare più avanti lungo questa strada, per esempio propone di contrastare l’inflazione creando supermercati di proprietà comunale, di proprietà pubblica per abbassare i prezzi».
La vittoria di Mamdani non è ancora un verdetto definitivo. «A novembre ci saranno altri candidati – ricorda Rampini – ci sarà un repubblicano, ci sarà un indipendente che è il sindaco in carica Eric Adams, e forse lo stesso Cuomo tornerà in gara come indipendente».
Tuttavia, il segnale politico è chiaro: «Siamo di nuovo in una dinamica degli opposti estremismi. La reazione a Trump, almeno in una città già molto progressista, molto radicale come New York, spinge ancora più a sinistra il Partito Democratico».
Una tendenza che non riguarda solo la East Coast. «È una dinamica che era già accaduta durante la prima amministrazione Trump e in parte spiega anche quello che è accaduto in California nelle ultime settimane con Gavin Newsom, il governatore della California, che si è radicalizzato anche lui».