-- Olvasási idő kb.: 2 perc és 54 másodperc
“È singolare che il Pd si accorga solo oggi della necessità di adottare una politica industriale, dopo anni passati a sostenere scelte ideologiche e anti-industriali. Al contrario Forza Italia, lavora da tempo con serietà e visione alla sfida della reindustrializzazione. Già lo scorso gennaio infatti, abbiamo presentato un Piano industriale strategico e dettagliato per l’Italia e per l’Europa, affrontando in modo sistemico il problema della deindustrializzazione con soluzioni precise, che toccano sia gli aspetti orizzontali del sistema produttivo sia le singole filiere industriali strategiche.Un piano che è stato divulgato e distribuito a tutte le forze politiche, compreso il Pd, e che il Vicepremier Antonio Tajani ha presentato anche in Europa, in occasione del Congresso del PPE di Valencia, adottato dal PPE come emendamento sulla competitività, rappresentando un contributo concreto di Forza Italia al dibattito”. Lo dichiara Maurizio Casasco, deputato di Forza Italia e Responsabile Dipartimento Economia del partito azzurro. “Abbiamo denunciato tempestivamente i rischi di un declino industriale strutturale – prosegue Casasco – aggravato da anni di scelte ideologiche come il Green Deal europeo, voluto e perseguito dalla sinistra senza alcuna valutazione delle ricadute sull’occupazione, sull’industria e sulla competitività del nostro continente. Forza Italia ha sempre sostenuto che la sostenibilità debba camminare insieme alla crescita industriale e non contro di essa, in quanto il sistema economico e sociale vanno di pari passo. Il nostro Piano, che abbiamo definito un vero e proprio ‘Growth Deal’ per l’Italia e per l’Europa, ha l’obiettivo di rafforzare la competitività e la produttività del nostro sistema produttivo, stimolando gli investimenti in Ricerca e Sviluppo e quindi la capacità di fare innovazione”.
“Questa necessità emerge anche chiaramente dal confronto internazionale: nella media del biennio 2021-22 (ultimi dati disponibili per la comparazione), le spese in R&S sono state pari al 3,5% del Pil negli USA (di cui il 2,8% effettuate dal settore privato) e del 2,5% in Cina (1,9% le imprese), dati superiori alla media UE27, ferma al 2,3% del Pil, di cui solo l’1,5% è effettuato dalle imprese. Le imprese europee non solo investono meno in R&S, ma sono concentrate su settori a media tecnologia, che garantiscono ritorni di crescita più contenuti rispetto ai settori ad alta tecnologia – continua – Tra le priorità del nostro piano, c’è il rafforzamento e la difesa dei pilastri del manifatturiero e del Made in Italy – dall’automotive al food, dalla moda all’arredamento, dal design alla tecnologia – settori che sono i veri custodi di una sapienza antica e pregiata. Basti pensare che il 70% dei prodotti di alta moda venduti dai brand francesi è prodotto da mani esperte in Italia, spesso da piccoli artigiani che vanno protetti. Un’altra priorità è la valorizzazione dei settori industriali strategici per la sicurezza, la salute e lo sviluppo sociale del Paese, come il farmaceutico, la difesa, l’aerospazio e l’IT. Questi settori si distinguono per il maggior valore aggiunto al sistema Paese, un elevato indice di competitività e capacità di sviluppare R&S (nuovi brevetti), la crescita dell’occupazione qualificata e un significativo surplus commerciale”.
Il nostro piano “prevede inoltre politiche mirate ad attrarre investimenti industriali e produttivi con centri decisionali in Italia, con una speciale attenzione per le aree del Mezzogiorno. Esso include lo sviluppo di nuove politiche volte a: ridurre il costo dell’energia e la dipendenza energetica dai paesi esteri; ridurre la dipendenza strategica nell’approvvigionamento delle materie prime da Cina ed India; potenziare l’attrazione dei capitali finanziari; garantire lo sviluppo, formazione e retention delle nuove competenze, in particolare STEM; ridurre significativamente la burocrazia per le imprese; garantire una Pubblica Amministrazione e una giustizia efficiente, con un fisco collaborante e non oppressivo; accelerare la capacità di attrazione degli investimenti in R&S, lo sviluppo di innovazione di prodotto (nuovi brevetti), scalando l’intelligenza artificiale e i dati digitali; sviluppare nuove opere e infrastrutture, potenziando la logistica; sviluppare nuovi mercati di sbocco – spiega Casasco – Il nostro obiettivo immediato è arrestare il declino industriale. Basti pensare che in UE siamo passati dal 20% di Pil del 1991 al 14,6% del 2023. Per l’Italia, da poco più del 20% al 15%, mentre la Germania da oltre il 25% al 18,6%. Nel medio termine, puntiamo a far crescere la quota di Pil generata dal settore manifatturiero almeno fino al 20%, un livello che riteniamo idoneo a garantire una solida e diffusa base industriale in Italia (e in Europa). Per recuperare questo livello è necessario rendere più conveniente produrre in Italia riducendo i costi di produzione su tutto il territorio nazionale, dando una mano al Nord, al Centro e al Sud, Regione quest’ultima che ha ancora enormi spazi di crescita e che l’ha dimostrato in questo ultimo semestre crescendo più di altre aree”.
Per mettere in equilibrio finanziario il Paese e rendere sostenibile il rapporto tra debito pubblico e Pil, “abbiamo bisogno di aumentare quest’ultimo (ossia il denominatore) in maniera significativa. Questo può essere realizzato solo raggiungendo un tasso di occupazione della popolazione attiva almeno del 70%, e per far ciò occorre che il Mezzogiorno raggiunga almeno il 60% di occupati nei prossimi 5-7 anni: è per questo che dobbiamo concentrare l’attrazione degli investimenti produttivi anche nel Mezzogiorno, opportunità di crescita e di riequilibrio del Paese. Il nostro obiettivo è chiaro, a differenza della sinistra: non limitarci a denunciare i problemi, ma offrire e realizzare soluzioni concrete e di medio-lungo periodo per aumentare la produttività, la competitività e la capacità di innovazione del nostro sistema Paese. Questo è il nostro impegno: un Piano strategico, dettagliato e concreto, lontano dagli slogan e dalle promesse vuote che spesso caratterizzano l’approccio della sinistra e del Partito Democratico. Forza Italia, ancora una volta, dimostra visione chiara e soluzioni reali per il futuro industriale nazionale ed europeo”, conclude Casasco.