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Non so, e non mi interessa nemmeno troppo, quanta gente andrà a votare per il referendum. Li considero una fregatura per gli italiani, un regolamento interno a spese nostre del centrosinistra. E non biasimo coloro che pure oggi hanno raggiunto la cabina, intesa in senso balneare, sulle nostre meravigliose coste minacciate dalla Bolkestein. Quella che non mi torna è la domenica sapore di Salis. L’emblema stesso dello sberleffo della repubblica.
La celebre occupatrice abusiva di case, elevata al rango di europarlamentare da Avs per garantirle l’immunità e fuggire dal suo processo in Ungheria, ha pensato bene di sintetizzare la giornata presentandosi alle urne elettorali, quelle che portano sopra il simbolo della repubblica italiana, così tanto sudata come ci ricordano ogni dieci minuti i suoi segretari Fratoianni & Bonelli, ma con la mise da Capocotta.
Voi mi direte che il formalismo non serve ma così come si giudica un genitore che denuncia un insegnante che ha messo un brutto voto, permettetemi di dire che un europarlamentare che prende decine di migliaia di euro di soldi nostri potrebbe avere un po’ più di rispetto.