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«Questa è una sentenza importante non solo perché dice che il comportamento di Salvini è stato corretto, e non ci sono reati ma soprattutto perché conferma che la linea del governo sull’immigrazione era quella giusta. Grazie a Salvini , d’altronde, si sono ridotti del 90% gli sbarchi, sono aumentati i rimpatri e diminuite le morti in mare. Parliamo di modello vincente». A dirlo il sottosegretario dell’Interno Nicola Molteni.
Perché non toccava all’Italia dare il Pos?
«L’Open Arms è una nave che batte bandiera spagnola, quindi la responsabilità era spagnola. Non ci sono molti dubbi».
Salvini, intanto, ha dovuto subire un lungo calvario giudiziario. Chi lo risarcirà?
«Lo hanno già risarcito i cittadini, dimostrandogli stima e affetto. Salvini è stato il leader che ha messo il proprio corpo a difesa della sicurezza dell’Italia. Stiamo parlando, quindi, di un processo politico, voluto dalla sinistra, per abbattere l’avversario scomodo. Detto ciò, il successo di Matteo è indiscutibile. È stato il miglior ministro degli ultimi decenni. A dirlo i numeri».
Adesso i progressisti non dovrebbero chiedere “scusa” per una polemica basata sul nulla?
«La grande responsabilità della sinistra è aver avuto un approccio ideologico sull’immigrazione. Questa sentenza è l’ennesima dimostrazione di come la strada intrapresa dalla Lega sia quella giusta. Si è rivelato, al contrario, fallimentare il modello delle porte aperte, concepito su un’accoglienza illimitata e senza regole».
Si può parlare di processo politico?
«La sentenza del tribunale di Palermo è chiarissima. Parliamo di una nave che batte bandiera spagnola, che era in acque internazionali e che dunque non doveva sbarcare in Italia. Bisogna ricordare, poi, che Open Arms si rifiutò per ben due volte di approdare sulle coste iberiche così come a Malta. È chiaro, quindi, come l’intento, allora, era uno soltanto: arrivare sulle nostre coste per sfidare Salvini. Peccato che per un processo politico siano stati spesi soldi degli italiani».
Adesso è giusto che il vicepremier ritorni in quel Viminale, dove si è distinto?
«Salvini è stato il ministro dell’interno più amato dagli italiani. Sono certo che, prima o poi, tornerà al Viminale se lo merita e lo vogliono gli italiani. Adesso c’è un ottimo ministro, che sta lavorando bene. Qualsiasi decisione, quindi, sarà presa dallo stesso Piantedosi insieme a Meloni e Salvini, con cui l’attuale ministro ha un ottimo rapporto personale, politico e umano».
Tutta questa vicenda dimostra che è sempre più necessaria la riforma della Giustizia, voluta dal ministro Nordio?
«Chi manda a processo Salvini è soltanto la politica, ovvero M5S e Partito democratico. La Lega ha sempre avuto rispetto per l’operato dei giudici. La riforma della giustizia è importante per avere un sistema più efficiente, rapido e con la certezza della pena, ma non sarà contro la magistratura. Detto ciò, riconosco l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, ma deve essere riconosciuta l’autonomia e l’indipendenza della politica soprattutto in materia migratoria. Tocca alla politica determinare gli indirizzi in materia di contrasto all’immigrazione illegale e alla difesa dei confini non ad altri».
Ritiene che la politica della Lega sia stata davvero così efficace?
«Le politiche di Salvini sono state straordinarie e innovative, hanno fatto scuola anche a livello europeo. Sono orgoglioso dei decreti sicurezza di Salvini un modello nel contrasto all’immigrazione illegale con una diminuzione di sbarchi senza precedenti. Con la Lega al Governo gli sbarchi calano e i rimpatri aumentano. Salvini ha difeso l’Italia e la sicurezza del Paese. Oggi c’è anche una sentenza a ribadirlo».