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Sale la tensione tra Washington e Mosca dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di dispiegare due sottomarini nucleari “sempre più vicini alla Russia”. “Beh, un ex presidente della Russia che ora è a capo di uno dei consigli più importanti, Medvedev, ha detto cose davvero brutte, parlando di nucleare. E quando nomini la parola ‘nucleare’, sai, mi dico: ‘Meglio stare attenti’, perché è la minaccia definitiva”, ha detto Trump, spiegando la sua decisione in un’intervista a Newsmax. Tra le varie domande, al leader Usa è stato chiesto se la sua opinione sul presidente russo Vladimir Putin fosse cambiata negli ultimi mesi. “È ovviamente un osso duro, quindi in questo senso non è cambiata”, ha risposto Trump, “ma sono sorpreso. Abbiamo avuto numerose conversazioni positive in cui avremmo potuto porre fine a questa situazione, e all’improvviso sono iniziati i bombardamenti”. Per questo, ha aggiunto, il presidente degli Stati Uniti non esclude di imporre sanzioni a Mosca nel caso non si raggiunga un accordo di pace in Ucraina entro il suo ultimatum, in scadenza l’8 agosto, anche se, ha ammesso che “Putin è piuttosto bravo con le sanzioni, sa come evitarle”.
Putin, dal canto suo, ha ribadito di essere pronto a schierare i missili ipersonici Oreshnik in Bielorussia entro la fine dell’anno, dopo averne annunciato la produzione di un primo lotto. L’Oreshnik, può trasportare testate convenzionali o nucleari e ha una gittata che gli consente di raggiungere tutta l’Europa. I missili a medio raggio possono infatti volare tra i 500 e i 5.500 chilometri. Al contempo, il deputato della Duma, il generale di divisione in pensione Leonid Ivlev, ha minimizzato la presenza dei sottomarini americani. “Non rappresentano una minaccia nuova”, ha detto, precisando che “queste basi e le loro capacità di combattimento sono note da tempo a chi dovrebbe esserne a conoscenza e i loro punti di dispiegamento sono stati inclusi nelle missioni di volo di missili e bombardieri strategici”.
L’Ucraina ha approfittato delle tensioni tra Washington e Mosca per lanciare nella notte tra venerdì e sabato un attacco contro alcune strutture militari russe, tra cui le raffinerie di Ryazan e Novokuybeshiv, il deposito di carburante ‘Anna naftoprodukt’ e l’azienda AT ‘Penzskoe Proizvodstvennoe Ob’ednenie Elektropribor’, specializzata nella produzione di complessi di telecomunicazioni protetti, mezzi di comunicazione crittografici e schede stampate per attrezzature militari. L’esercito di Kiev l’ha definita “una risposta ai recenti attacchi terroristici della Russia contro le città ucraine, che hanno ucciso e ferito civili”. Un civile sarebbe rimasto ucciso anche nei dintorni della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, attualmente occupata dai russi, che secondo Mosca è stata presa di mira da un bombardamento dell’esercito di Kiev, provocando un incendio nell’area industriale adiacente. L’amministrazione della centrale ha tranquillizzato sulle conseguenze del rogo che non ha comportato alcuna minaccia per la sicurezza dei reattori. Anche il livello di radioattività rientrava nei limiti previsti dalle norme di sicurezza e la situazione risulta sotto controllo. Nel definire l’attacco “diretto contro il personale addetto alla sicurezza, inaccettabile”, l’amministrazione del sito di Zaporizhzhia ha anche fatto sapere di aver trovato un’auto, estranea al funzionamento della centrale nucleare, nella quale è stato trovato un civile morto.